giovedì 4 novembre 2010

L'educazione all'audiovisivo con Wallace & Gromit


Se parliamo di animazione con la plastilina non possiamo non parlare della Aardman animation e della sua claymation. La storia di questo studio ebbe inizio nel 1972 con la collaborazione di Peter Lord e David Sproxton. I due compagni di scuola crearono il personaggio Aardman, un eroe inetto, per un programma della BBC, utilizzando una piccola telecamera da 16 mm. Il progetto piacque e riscosse molto successo, così ad Aardman vennero affiancati altri personaggi che divertirono bambini e adulti di tutto il mondo. Nel 1982 i creatori sperimentarono una tecnica innovativa: la registrazione di conversazioni reali come base dell’animazione, affiancandola alla celebre claymation. Questa tecnica consiste nel creare personaggi e sfondi con sostanze malleabili (in questo caso plastilina) e nell’immortalare singole fasi di movimento. Una volta riprodotta la sequenza di immagini fisse (ad una frequenza di almeno 10-12 frame per secondo) si ottiene l'illusione che gli oggetti di plastilina siano in movimento. Il salto di qualità avvenne nel 1985 quando Nick Park si unì a Lord e Sproxton e rese i suoi personaggi, Wallace & Gromit, la punta di diamante dell’Aardman. In meno di 30 anni la Aardman animation divenne lo studio di animazione in plastilina più importante al mondo. I suoi cortometraggi sono “pieni di idee brillanti, con una tecnica impeccabile e un senso magistrale della drammaturgia cinematografica”, senza dimenticare l’umorismo inglese di cui sono permeati. Grazie a Park e ai suoi personaggi nacque una collaborazione con la Dreamworks, venne così concordata la realizzazione di 5 lungometraggi. Nel 2000 esce al cinema il primo “Galline in fuga”; a seguire nel 2006 “Wallace & Gromit: la maledizione del coniglio mannaro” e per ultimo nel 2007 “Giù per il tubo”. Nel 2007, però, la Aardman attraversò un periodo molto difficile. Tempo prima un incendio aveva distrutto l’archivio degli studi, dove si trovava quasi tutto il materiale: scenografie, modelli e articoli di scena. Come se questo non bastasse la Dreamworks ruppe la collaborazione perché i lungometraggi riscuotevano successo nella critica, ma non accadeva lo stesso con il consenso del pubblico. Fortunatamente lo studio riuscì a riprendersi grazie al successo delle serie televisive e ai cortometraggi, tornando al suo antico splendore.
La Ardaman, pur avendo prodotto magnifici corti e serie umoristiche, viene associata, nell’immaginario collettivo, a Wallace & Gromit. “Wallace & Gromit: la maledizione del coniglio mannaro” esce nelle sale cinematografiche il 3 Marzo 2006 ed incassa 137 milioni di dollari. In poco tempo il film conquista ben 2 premi cinematografici come miglior film d’animazione: il premio Oscar e il Kansas City Film Critics Circle Award. Nel film la famosa coppia di inventori è alle prese con una macchina cattura conigli. Wallace e Gromit , infatti, sono stati assunti dagli abitanti della città per difendere i loro giardini dall’attacco dei roditori al fine di salvaguardare le verdure che dovranno competere nella fiera dell’ortaggio gigante. Nonostante questa precauzione, gli orti del vicinato vengono devastati da una bestia misteriosa contro la quale le misure di sicurezza non sono efficaci. I due dovranno, quindi, riuscire a catturare la bestia e salvare i cittadini, gli orti, ma soprattutto la gara dell’ortaggio gigante.
Tecnicamente la pellicola, realizzata in 5 anni, è perfetta e ci stupisce. La plastilina è utilizzata con maestria, tanto da raggiungere livelli di fluidità nei movimenti e di efficace resa cromatica fino ad arrivare alla completa mimesi con il cinema dal vero. Non solo. Anche la fotografia, il montaggio e il registro drammatico riescono ad eguagliare la cinematografia classica. Il punto debole è la sceneggiatura: il ritmo del film risulta troppo altalenante, ci sono episodi indimenticabili e pieni di gag, alternati a momenti piatti e lenti. Si può ipotizzare che la ragione di questo sia individuabile nell’abitudine degli autori della Aardman ai cortometraggi, quindi a condensare “il succo” della storia in pochi minuti. La caratterizzazione e lo studio dei personaggi risulta impari se si confrontano i protagonisti con i personaggi secondari. Wallace e Gromit sono, di fatto, più studiati: hanno una storia passata e sono conosciuti dal pubblico grazie alle serie animate. Wallace è un inventore inglese un po’ sbadato, gentile con una passione per il formaggio, Gromit è il suo inseparabile cane che pur non parlando, riesce sempre a farsi capire e sorveglia l’amico pasticcione. Tra i due c’è un rapporto di amicizia non di sudditanza: “Gromit -infatti- tratta Wallace con la fedeltà propria di un cane, ma non permette mai al suo padrone di avere il controllo su ciò che gestiscono insieme, ovvero l’agenzia caritatevole di disinfestazione “anti-pesto” contro i conigli mangia-ortaggi. E’ il cane che escogita le strategie migliori per il loro lavoro ed è sempre lui che risolve tutte le situazioni imbarazzanti che si creano lungo il corso della storia”. I personaggi secondari a confronto risultano essere approssimativi e stereotipati, alcuni addirittura sembrano essere inseriti solo per creare il moto d’azione. Ne è un esempio la figura di Lady Tottington, che appare nel cartone solo per avere una figura femminile da salvare, espediente necessario per un film horror.
E’ pur vero che se dobbiamo trovare una nota positiva al film, oltre alla parte tecnica, la troviamo nel celato intento di dare un’educazione all’audiovisivo. Celato per 2 motivi: primo in quanto può essere individuato solo da chi ha una certa cultura nel’ambito cinematografico, in secondo luogo perché Nick Park nella conferenza stampa del febbraio 2006 confessa che il film non ha intenti didattici, per lui l’importante è divertire il pubblico. Il film si presenta come un omaggio al cinema degli orrori degli ultimi cinquant’anni. Non possiamo non scorgere il riferimento al film Un lupo mannaro americano a Londra (John Landis, 1981) nella trasformazione di Wallace in coniglio mannaro; ne non vedere la citazione di King Kong (M.C. Cooper e E.b. Schoedsack, 1933) nella scena in cui il coniglio mannaro rapisce Lady Tottington e la porta con sé in cima alla magione dei Tottington (cf. l'Empire State Building). Ma ci sono riferimenti e citazioni a molti altri film come L’incredibile Hulk (Ang Lee, 2003), Tremors (Ron Underwood, 1990),Il dottor Mabuse (Fritz Lang, 1922), Metropolis (Fritz Lang, 1927),e Jurassic park (Steven Spielberg, 1993). In questo modo guardando il lungometraggio di Wallace e Gromit è come se ripercorressimo la storia del cinema horror, oltre ad abituarci a vedere al di la delle immagini.
Bibliografia: www.animeclik.it,www.cartonionline.com, www.wikipedia.it, www.mymovies.it, www.tvblog.it, Introduzione all'intelligenza Maurizio di lucchio.
Filmografia: Wallace e Gromit: la maledizione del conoglio mannaro, UK, 2006. Produzione: Aardman Animation, DreamWorks Pictures; Regia: Nick Park, Steve Box; Soggetto: Nick Park, Steve Box, Bob Baker; Durata: 85 min; Distribizione: United International Pictures (UIP).

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